Storia di famiglia: Tullio TURCONI
Tullio
riceve il battesimo nel Duomo di Milano e ritorna con i genitori a
Bucarest. A l'età di cinque anni, mentre il padre lottava in guerra
per l'Italia, perde in un solo giorno la giovane madre e la nonna.
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Palazzi costruiti da Tullio e Emilio Turconi |
Segue
la scuola presso la Cattedrale San
Giuseppe di
Bucarest e il ginnasio Spiru
Haret, poi ritorna
in Italia per frequentare il prestigioso Politecnico di Milano. Per
tutto il periodo degli studi universitari è residente a Milano, via
Catalani nr. 41. Il 13 febbraio 1939 ottiene la laurea di dottore in
architettura del Politecnico di Milano. Dal 1940 lavora a Bucarest
accanto al padre (impresa di costruzioni ”Etna”) e al fratello
Emilio (impresa „Fratelli Turconi”).
Dal
1939 in poi le leggi di „protezionismo economico” non permettono
più a cittadini stranieri di avere sotto proprio nome delle
imprese/dite/società. La famiglia Turconi rischia di perdere
l’impresa di costruzioni e i numerosi beni tenenti ad essa. Cosi,
il giovane Tullio prenderà la cittadinanza romena, seguito dai
fratelli maggiori Ansile ed Emilio. Nel 1942 i tre fratelli sono
arruolati nell'esercito romeno e partono per il fronte orientale.
Tullio, in prima linea del fronte, costruirà trincee, ponti
e rifugi ed è commissario per la traversata del Nistro. Colpito da
una granata, sarà ritrovato dai compagni dopo giorni di ricerche,
quasi privo di vita; resterà affetto da una infermità respiratoria
permanente (invalido di guerra di I grado). Riceverà un'importante
onorificenza militare, il titolo di Cavagliere dell'Ordine della
Corona di Romania
con spade. Anche
Emilio Turconi fu sul punto di perdere la vita nella sacca di
Stalingrado e per i suoi fatti d'arme le saranno concesse l'onorificenza l'Ordine della Corona
di Romania e la
Croce di Ferro
tedesca.
Il 1944 è un'anno nero per la famiglia Turconi: il 4 aprile
Ansile cade vittima del bombardamento su Bucarest e
dintorni, lasciando orfana la picolissima figlia. Qualche mese
dopo, la famiglia viene evacuata dall'esercito russo dal palazzo di
proprietà propria di via Vânători,1.
Nel 1946 Tullio Turconi acquista un terreno e costruisce
nel centro di Bucarest (via Tigrului, 8) una villa a due piani in
stile fiorentino, con piscina, studio per progettazione, ufficio
montaggio e quatro garage annessi.
Nel 1950 l’immobile viene nazionalizzato abusivamente
poichè i liberi professionisti (tra i quali gli architetti) erano
esclusi per legge dal sequestro dei beni. La villa della famiglia
Turconi diventa sede del comune di Bucarest („raion Lenin”), poi
abbitazione personale del primo procurore della Repubblica Popolare e
di altri potentati del regime comunista. Finora non sono riuscita ad ottenere nessun risarcimento in merito.
La
notte del 24 novembre 1953, l’architetto Tullio Turconi è
arrestato con l’accusa di „detenzione e traffico d’oro”;
seguendo la Decisione 5016/1954 della Direzzione Generale della
Milizia è condannato a 60 mesi di prigione (condanna amministrativa
abusiva). Fu arrestato
anche il fratello maggiore, Emilio Turconi, con condanna politica.
Solo una parte delle monete d'oro fu deposta alla Banca Nazionale della Repubblica Popolare di Romania (BNRPR) con Processo Verbale; la parte più consistente sparisce nel nulla.
Nel 2009 il
reato di „detenzione e di traffico d’oro” è stato dichiarato „condanna politica” e viene risarcito dallo stato
romeno (Legge 221/2009), ma per ora non è stata ancora fatta
giustizia alla famiglia Turconi
i cui beni mobili e immobili furono sequestrati dallo stato.
Mio padre fu rinchiuso negli spazi della Direzione
Economica della Milizia/DGM – Servizio Oro (palazzo Dragomir
di Calea Victoriei) dove è inquisito, umiliato e torturato. La cella
con pavimento in cemento non è riscaldata, le finestre non hanno
vetri; a dicembre le temperature scendono sotto i venti gradi e lui
dorme direttamente sul cemento a proposito bagnato dagli agguzini;
solo quando si ammala gravemente gli viene concesso un materasso
pieno di paglia, infestato di pidocchi. La giovane consorte,
Magdalena, è convocata dalla stessa Direzione Oro ed
obbligata a firmare per aver ricevuto indietro i gioielli
sequestrati, chiusi in una cassetta forte, senza avere il permesso di
verificarne il contenuto: a casa troverà dentro pochi gioielli, la
magior parte fu ritenuta dalle autorità senza nessun processo
verbale.
Dopo due mesi di interrogatori, Tullio Turconi sarà
trasferito nel Penitenziario Văcărești. Qui, comandante è il
colonnello Constantinovici, ex-capo del lager comunista di sterminio
Canalul Dunăre-Marea Neagră, dove furono uccisi centinaia di
migliaia di rappresentanti dell’élite romena – preti e fedeli
cattolici e greco-cattolici, famiglie nobiliari, membri dei partiti
storici, rappresentanti dell'esercito monarchico, intelettuali e
paesani che rifiutavano la collettivizzazione. In detenzione Tullio
Turconi si ammala e le sono negate le cure mediche.
Il 14 aprile 1954, affetto da insufficienza respiratoria
a causa dell'enfisema pulmonare, Tullio Turconi viene rilasciato –
il Partito decide un’amnistia per rendere possibile l’ingresso
del Paese all’ONU. Si riprende a malapena e trova con difficoltà
lavoro per mantenere la moglie ed il vecchio padre. La famiglia
Turconi è obbligata di coabitare nello stesso appartamento con
l’inquisitore di Tullio e Emilio Turconi, il capitano Constantin
Antohi (nome cospirativo “Mircea” - Direzione Generale della
Milizia) che lo sorveglia in permanenza ed approfitta dei pochi beni
rimasti alla famiglia in rovina. Antohi resterà dai Turconi per ben
cinque anni.
Nel 1960 Tullio Turconi decide di lasciare la Romania
insieme alla famiglia, aiutato dall’amico Marino Colombo, ingegnere
di Trezzo d’Adda. Viene però denunciato e deve rinunciare al
progetto; ulteriormente M. Colombo muore d'infarto.
Eccellente
specialista in architettura urbanistica (insieme al padre ed al
fratello costruisce molti palazzi a Bucarest) e industriale –
forni, camini e termoisolazioni – Tullio Turconi sarà estremamente
utile all'industria della Repubblica e dovrà lavorare duramente.
Diventerà uno stacanovista
(ne riceverà anche un diploma) nello sforzo di mantenere la propria
famiglia. Si darà sempre da fare per aiutare amici e connazionali in
difficoltà.
Nel 1990 il Consolato italiano di Bucarest rida a Tullio
Loreto Giuseppe Turconi, ormai pensionato, la cittadinanza italiana.
Il 18 agosto 2005, dopo una lunga sofferenza causata
dall'insufficienza cardiaca e polmonare e dalle
infezioni ospedaliere, mio amato padre Tullio Loreto Giuseppe Turconi
rende l'anima a Dio. È
sepolto nel cimettiero Belu cattolico accanto ai suoi cari.
Decretul
nr. 492/1970 privind conferirea de ordine şi medalii unor muncitori,
maiştri, tehnicieni, ingineri, economişti şi funcţionari care au
adus o contribuţie deosebită la realizarea investiţiilor de pe
platforma industrială Piteşti şi la dezvoltarea sectorului
petrochimic din ţara noastrăArt. 7.
Se
conferă Medalia Muncii tovarăşilor:….................................Tullio
I. Turconi - arhitect, inginer şef adjunct la Întreprinderea
şantier de lucrări speciale în construcţii Bucureşti.
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